Plotone d’esecuzione
Il corso di scrittura prosegue a distanza. Ci siamo messi alla prova con un breve racconto ispirato all’attuale situazione. Questa volta ho scritto anch’io. Ecco a voi il mio “Plotone d’esecuzione”.
Strade deserte, saracinesche abbassate, luci soffuse, posti auto in offerta speciale. Le poche persone senza timori si aggirano disorientate come fossero matrioske ubriache di lacrime trasparenti. Sembrano pupazzi inanimati infilati uno nell’altro e chiusi da loro stessi in un digradare di silenzio.
La città inquinata da paure invisibili cerca nuovi equilibri. Il tarlo si è infilato tra le pieghe del risveglio. Ha fatto capolino sorprendendo i malcapitati nel disorientamento dell’incredulità. Va trovata una soluzione.
Si fanno avanti in molti, sfoderando proposte fantasiose e inverosimili.
Chi propone spostamenti di masse in località balneari. “Lo iodio, si sa, fa bene alle vie respiratorie.”
Una coppia di giovani sposi, bramosi di riprodursi, caldeggia una clausura forzata.
“Almeno un mese!” Gridano tenendosi per meno. ”Trenta giorni, trenta giorni, trenta giorni…” echeggia un coro di spermatozoi invisibili.
Massaie disperate per l’improvviso affollamento tra le mura casalinghe, organizzano corsi di cultura domestica: cucinare, spolverare, stirare, passare lo straccio. Tra una faccenda e l’altra l’imperativo è categorico “Lavarsi le mani, ripetutamente, ricordando lo spazzolino per le unghie.” Sotto le unghie si annida il nemico, sotto le unghie.
Il virus percorre le sue strade. Procede senza navigatore proprio per disorientare i ricercatori. Ma dietro una curva, all’improvviso, si imbatterà in un plotone d’esecuzione e senza scampo perderà potere. Alzerà bandiera bianca e la città sarà pronta a specchiarsi nuovamente in se stessa avvolta dalla coltre del suo ritmo frenetico.
(Stop: Ph. LudoT)