Metodo e istinto. Chi segue chi
La parola istinto riporta l’immaginario collettivo all’istinto felino, al gatto appollaiato in un luogo alto in modo da poter dominare la scena in attesa di sferrare un attacco. Negli animali l’istinto fa compiere gesti incredibili. Pensiamo alle api che percepiscono la presenza di fiori anche a distanze molto grandi oppure al cane che ritrova il padrone dopo anni di distacco. L’istinto è qualcosa che nasce prima. Prima che nel nostro essere si formino l’idea del bene o del male. Proprio questo suo esserci a priori rende l’istinto unico e indispensabile.
“Bisogna che la ragione si appoggi alle conoscenze del cuore e dell’istinto. È il cuore che sente, non la ragione” queste sono parole del famoso matematico Blaise Pascal colui che nel 1642 brevettò lo strumento di calcolo antenato dell’odierna calcolatrice. È l’istinto dunque che ci porta a seguire, assecondare, esplorare le nostre inclinazioni. E non va mai trascurato e tanto meno represso.
Ma se parliamo di scrittura? Nella scrittura l’idea nasce istintiva. In genere la prima stesura è scritta di getto, seguendo l’istinto della vena creativa. È solo durante una fase successiva che entra in scena il metodo con il compito di tracciare in modo coerente e corretto la narrazione, il luogo, i personaggi e via discorrendo. Anche nella scrittura d’ufficio l’istinto va modellato, gestito. Scrivere una mail sotto l’impulso della collera non porterà frutti sperati. Ma scrivere una mail, sempre sotto l’impulso della collera ma scegliendo accuratamente parole e tono porterà a risultati migliori.
Il metodo s’ impara, ha regole precise, criteri logici. Gli psicologi affermano che l’istinto, se paragonato ad una casa, rappresenta le fondamenta. Affidiamoci dunque all’istinto per poi imparare il metodo. Affidiamoci al metodo per arricchire l’istinto e seguire le nostre passioni. Seguire un corso di scrittura aiuterà l’istinto a trovare i corretti modi espressivi. Passo dopo passo.
(orme feline-Ph. LudoT.)